Delle manifestazioni che si svolgevano anticamente a Camerino, in onore del Santo Patrono Venanzio, secondo alcuni strumenti notarili risalente al 1220, solo la Corsa alla spada si svolgeva a piedi. Premio di questa competizione era una spada, simbolo per eccellenza della cavalleria e dei grandi capitani di ventura come i Da Varano, issata sull'angolo della chiesa di Santa Maria in Via.
La corsa alla spada si snoda lungo un tracciato di 1130 metri. Dalla partenza posta a San venanziosi sale per circa 500 metri fino a piazza Cavour, poi ci si avvia in un tratto intermedio, che è quello di corso Vittorio Emanuele II, prima di partire per una volata lungo via Lili e giù in via Pieragostini fino al traguardo.
Protagonisti di questa gara sono trenta atleti, dieci per ogni Terziere.
Se al vincitore spetta una spada da sfilare e alzare al cielo tra gli applausi della folla festante, più complessa è l'assegnazione del palio di velluto rosso, premio per la squadra più forte.
Nelle prime edizioni maggiore importanza veniva data al vincitore della spada, che portava in dote al proprio Terziere un bonus maggiore di punti: al primo classificato andavano 75 punti contro i 60 del secondo e i 55 del terzo, fino al 30° che otteneva un solo punto.
Negli ultimi anni questo criterio del surplus è stato sostituito dal classico scarti di un punto per posizione: così il primo avrà 30 punti, il secondo ne avrà 29 e giù a scalare.
Questa nuova ripartizione dei conteggi non ha fatto altro che rivalutare il gioco di squadra, rendendo indispensabile una generale competitività e il valore della prestazione di ogni singolo atleta: a volte il risultato degli ultimi può essere decisivo per la vittoria finale.